Kiwi Informazioni su allergeni, sintomi e trattamento
Scopri di più su malattie allergiche, sintomi, paradigmi di gestione e considerazioni sui test.
Il paziente può sottoporsi al test delle IgE specifiche?
Informazioni dettagliate sugli allergeni interi e sulle componenti allergeniche.
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Il paziente può sottoporsi al test delle IgE specifiche?
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Sebbene il kiwi sia prodotto in tutto il mondo in paesi come Cina, Nuova Zelanda, Francia, Italia, Stati Uniti, Spagna e Australia, questo frutto proviene in realtà da una specie originaria della Cina chiamata "uva spina cinese".1,2 A partire dal 1906, tuttavia, anche la Nuova Zelanda ha iniziato a coltivare questa pianta per poterne esportare il frutto che ha ribattezzato "kiwi" in onore dell'uccello nazionale.2 I kiwi costituiscono una buona fonte di antiossidanti, acidi grassi omega-3, fibre alimentari, carboidrati, zuccheri naturali, vitamine e minerali e sono disponibili in due varietà: verde e oro. Quest'ultima contiene una minore quantità di allergeni principali.1,2
Anche se generalmente viene consumato fresco, il kiwi viene proposto in numerose altre forme come succhi, fette essiccate e prodotti surgelati.1 Viene utilizzato anche in una vasta gamma di prodotti caseari, prodotti da forno e cocktail.2 Nonostante la sua popolarità, il kiwi si sta rivelando uno degli allergeni alimentari più comuni a livello mondiale. Dei 13 diversi allergeni identificati nei kiwi verdi, cinque sono definiti come allergeni principali.1 Il kiwi è sempre più riconosciuto come causa comune di reazioni allergiche in tutto il mondo e, in studi recenti, rappresenta una delle 10 cause principali di allergie alimentari in Danimarca, Svezia, Estonia, Finlandia e Isole Canarie.1,2 Infatti, il 45% dei pazienti con allergie alimentari in Svezia e Danimarca ha riferito di essere allergico al kiwi.2
Spesso consumato fresco, il kiwi viene utilizzato in numerosi prodotti, tra cui succo di frutta, fette essiccate e surgelati.1 Viene inoltre utilizzato in sciroppi, liquori, frappè, cocktail, vari prodotti caseari, budini, cereali per la colazione, barrette energetiche, polveri aromatizzanti, pasticcini, prodotti da forno e salse a base di frutta.2 Si può trovare anche nei frullati e nei succhi di frutta tropicali, come glassa per patè e come estratto in cosmetici biologici.6,7
Alcune persone allergiche al kiwi possono manifestare sintomi anche mangiando altri alimenti apparentemente non correlati. Questo fenomeno è denominato cross-reattività e si verifica quando il sistema immunitario identifica, in sostanze diverse, le proteine o le loro componenti come strutturalmente simili o biologicamente correlate, attivando così una risposta immunitaria.7 I casi più comuni di cross-reattività con il kiwi si manifestano con il lattice e con alimenti vegetali quali mele, pesche, ciliegie, nocciole, arachidi e carote.7 Tra i soggetti allergici al lattice, sono state osservate allergie alimentari associate alla frutta, ad esempio al kiwi, in una percentuale che va dal 30 al 70%.7
Se dopo aver mangiato kiwi, altra frutta fresca, verdura cruda o frutta a guscio si manifesta prurito alla bocca o alla gola, potrebbe trattarsi di sindrome orale allergica (SOA), talvolta chiamata sindrome da allergia alimentare associata ai pollini (PFAS). Questa condizione è determinata dalla reazione del sistema immunitario a proteine, o componenti simili, presenti negli alimenti vegetali e nei pollini degli alberi.5 Come riportato da uno studio, la cross-reattività costituisce un problema abbastanza diffuso, tanto che il 25% circa dei bambini con rinite allergica (detta anche febbre da fieno) soffre anche di SOA ingerendo frutta o verdura.8 Le comuni allergie che potrebbero causare SOA consumando kiwi comprendono allergie ai pollini di graminacee e di betulla.7
Il kiwi è costituito da diversi tipi di proteine che presentano differenti caratteristiche. Per questo motivo, il rischio di insorgenza dei sintomi può variare a seconda dei casi. Alcune persone possono consumare il kiwi se questo viene sottoposto a elevate temperature (quindi cotto), poiché il calore denatura le proteine interessate. Altri pazienti devono, invece, evitare del tutto il kiwi poiché la sua ingestione potrebbe determinare una reazione grave, detta anafilassi. Il profilo di rischio specifico per i diversi soggetti dipende dalle proteine alle quali si è allergici.7
Conoscere le proteine o le componenti degli allergeni che scatenano i sintomi può contribuire a stabilire un piano di gestione dell'allergia. Tenendo presente questo aspetto e in base anche all'anamnesi dei sintomi, il medico di famiglia potrebbe suggerire di sottoporsi a un test delle IgE allergene-specifiche per individuare eventuali altri pollini e alimenti allergenici per il paziente.7
Disponi già dei risultati del test delle IgE specifiche per la diagnosi delle allergie?
I risultati dei test includono il nome delle componenti, indicato con un codice alfanumerico e/o con il nome in chiaro. Il medico di famiglia probabilmente esaminerà i risultati con te, ma qui troverai una panoramica di riferimento. È sufficiente individuare i nomi delle componenti nell'elenco seguente per comprendere come gestire al meglio i sintomi.7
rAct d 8
rBet v 2
MUXF3 (CCD)
I risultati del test devono essere interpretati dal medico di famiglia nel contesto dell'anamnesi clinica del paziente. Il tuo medico di famiglia formulerà la diagnosi finale e definirà le decisioni riguardanti il successivo trattamento.
*Questi test potrebbero non essere approvati per l'uso clinico nel Paese del paziente. Rivolgersi al proprio medico di famiglia per sapere quali test sono disponibili.
Dal momento che non esiste attualmente una cura per le allergie alimentari, il medico potrebbe consigliare un piano di gestione dell'allergia che includa quanto segue.9-12
Il medico potrebbe prescrivere uno dei seguenti farmaci:
In presenza di una persona con una reazione allergica e segni di shock, intervenire rapidamente. Osservare l'insorgere di segni quali pallore con cute fredda e sudore, polso debole e rapido, difficoltà di respirazione, confusione e perdita di coscienza. Eseguire immediatamente le seguenti operazioni:
La gravità dell'allergia al kiwi può variare nel corso del tempo, con sintomi lievi durante un episodio e gravi in un altro. Sebbene i sintomi delle allergie alimentari possano manifestarsi alcuni minuti o diverse ore dopo l'ingestione, nella maggior parte dei casi la reazione inizia entro due ore.3 I sintomi possono essere cutanei, gastrointestinali, cardiovascolari e respiratori e possono includere uno o più dei seguenti indicatori:3,4
I sintomi associati alla sindrome orale allergica (SOA), nota anche come sindrome da allergia alimentare associata ai pollini (PFAS), possono includere inoltre i seguenti indicatori:5
I test di sensibilizzazione cutanea o i test ematici delle IgE specifiche possono, insieme all'anamnesi dei sintomi, aiutare il medico a determinare se si è allergici a un particolare allergene. In seguito alla diagnosi di un'allergia, il medico stabilirà un piano di gestione dei sintomi personalizzato per il paziente.
*Questi test potrebbero non essere approvati per l'uso clinico nel Paese del paziente. Rivolgersi al proprio medico di famiglia per sapere quali test sono disponibili.
Poiché le reazioni allergiche alimentari sono imprevedibili e i sintomi variano da locali a sistemici, è consigliabile prendere in considerazione una prescrizione di epinefrina per qualsiasi paziente con un'allergia alimentare IgE mediata.9
Coloro che soffrono di asma possono correre un rischio maggiore di reazioni gravi al kiwi, soprattutto se l'asma non è gestita adeguatamente. Le persone che sperimentano reazioni gravi quando consumano i kiwi per la prima volta saranno probabilmente soggette a gravi reazioni allergiche anche in seguito. Analogamente, le persone con una prima reazione lieve tendono ad avere reazioni successive lievi.6